La seconda ondata di questa pandemia ha raggiunto il suo picco su scala nazionale l’ultima settimana di novembre 2020. La lenta discesa che ne è conseguita ha tuttavia avuto effetti assai diversi nelle diverse regioni.
Il fattore Rt è vicino a 1, e i contagiati sono 20 volte di più che all’inizio della seconda ondata
Servono dati completi, accurati, distribuiti per regione, provincia, comune, CAP…
Più informazioni significa prioritariamente più dati. Dati completi, accurati, distribuiti territorialmente (per regioni, province ma anche per comuni, meglio ancora se per territori aventi lo stesso CAP). Dati che descrivano in modo chiaro i flussi intra ospedalieri (terapie sub-intensive vs intensive, ad esempio) ed extra-ospedalieri (guariti vs isolati a casa, ad esempio). Ma anche quelli della dinamica dell’infezione dentro la scuola e fra scuola e casa. Dati che sono stati forniti in modo assai incompleto sino ad ora e che consentono, da un lato, di effettuare il tracciamento ristabilendo se possibile una condizione di controllo essenziale per il governo dell’epidemia; dall’altro, di alimentare i modelli matematici predittivi, essenziali per capire come si diffonderà il contagio. E infine, ma non per importanza, dati accurati e tempestivi sulla campagna vaccinale: quanti individui sono stati vaccinati, a quali classi di età appartengono, come sono distribuiti territorialmente, e il loro follow up.
La governance del processo epidemico si può avvalere di modelli di ottimizzazione sulla politica di vaccinazione. Sarà un processo molto lungo, si possono fare molti errori di valutazione, è fondamentale che chi di dovere possa/sappia consultare questi modelli matematici prima di implementare politiche di intervento, nella consapevolezza che non possiamo permetterci altri errori. È inoltre imperativo che chi prende decisioni le sappia motivare con argomenti supportati da evidenze fattuali ad una popolazione stremata e in crisi di fiducia.